ANNO 14 n° 116
Diario della crisi/9 Oggi riunioni per Pd e Mo.Ri.
25/01/2016 - 02:01

VITERBO – (An. Ar.) Siamo già alla fase due. I partiti – o movimenti politici – hanno un certo sesto senso per queste cose: leggono le situazioni prima, le anticipano, le prevengono, e quando tutto deve ancora succedere iniziano a muoversi. Perciò oggi sono in programma due appuntamenti significativi, per il Partito democratico e per i Moderati e riformisti. Con una chiave di lettura chiara: entrambe le realtà hanno già archiviato la crisi del Comune per Viterbo, entrambe danno per scontata la fine di Michelini (che dovrebbe arrivare già questa settimana, dopo gli incontri a Roma coi vertici nazionali del partito, e mediante dimissioni di massa dei consiglieri contro il sindaco, tutto questo al netto di eventuali colpi di scena, sempre possibili). E in attesa dell'ufficialità, si preparano.

Prima tocca ai Mo.Ri, che alle 17 si vedono all'hotel Salus Terme. Ordine del giorno secco e stringato: prossime elezioni amministrative. Già, quelle di primavera, quando nella Tuscia andranno al voto 21 Comuni per rinnovare l'amministrazione, anzi 22 con Viterbo. I Moderati e riformisti ci saranno, ma è prevedibile che la questione alleanze sarà da rivedere. Perché dopo i fatti del capoluogo la convivenza col Pd diventa difficile, se non impossibile, anche nei paesi. E allora? Allora, al netto di certe realtà particolari, con situazioni definite e una maggioranza democratica di corrente ''amica'' (cioè fioroniani) è possibile che i Mo.Ri. vogliano rendere pan per focaccia agli ex ds, e non allearsi. Chiamatele, se volete, ritorsioni, o ripicche.

Alle 17.30 invece c'è la direzione provinciale del Pd. Anche qui si parlerà di amministrative, e anche qui – paradossalmente – si parlerà di Moderati e riformisti. La direzione, a maggioranza ex ds, dovrebbe presentare un documento proprio sugli (ex?) alleati. Restano da vedere contenuti e soprattutto toni dell'atto.

Ma non è finita qui. Perché la guerra termonucleare globale tra Fioroni e Panunzi si sta combattendo anche nella campagna di tesseramento, che si chiude a fine mese. Per ora è una guerra sommersa, ma pare che presto possa deflagrare con notizie e implicazioni persino clamorose. Che potrebbero arrivare di corsa sui tavoli dei vertici regionali e nazionali dello stesso Pd. Insomma: caduto Michelini viene il bello. O il brutto, dipende dai punti di vista.





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